Bacalhao ed Spd

Avviso ai naviganti: sì, il ginocchio va meglio, semmai ve lo chiedeste. Cammino con una stampella ma a breve lo farò senza.
Vediamo, è qualche giorno che non scrivo qualcosa. Eravamo rimasti alla cena portoghese di venerdì, giusto?
Calcolo male i tempi di percorrenza: errore madornale sopratutto se si cammina per la prina volta con una sola stampella. Alla fine arrivo, quasi un’ora di ritardo, trafelato, ma arrivo. Gli altri mi propongono di ordinare per me, ma ho voglia di sfogliare il menù così declino. Prendo un bacalhao cozido com feijão-frade e batata cozida: non è certo il piatto che m’ispira di più, però va provato. Dopo tutto sono a Lisbona: la leggenda narra che esistano più di cento ricette per cucinarlo. Temevo di mangiare in solitaria ma fortunatemente tutti i piatti arrivano in simultanea. Sarò sincero: non mi fa impazzire, lo trovo abbastanza anonimo, insapore. Forse perché è semplicemente un pesce bollito? In ogni caso, il salmone alla piastra ordinato dalla ragazza di fianco a me sembra ed è prelibato. Anche altri optano per il bacalhao e non paiono particolarmente soddisfatti. Chiediamo poi la carta dei dolci: infrango la severgninana regola del ‘mai ordinare qualcosa da un menù con foto incorporate’. Ci vedo lungo, anzi lunghissimo. Il mio cheesecake al whisky si scoglie in bocca: Leo, mio vecchio coinquilino in quel di Bologna, parlerebbe di orgasmo alimentare. A ragione, aggiungerei. Ne ordino un’altra fetta, neanche due euro. Alla fine della fiera ne spendiamo nove. Scopro solo dopo che il vinho da casa della casa viene 2,20 € a bottiglia. Forse è meglio così, già barcollo abbastanza di mio ultimamente.

La cena mi dà la possibilità di conoscere meglio Anna, tedesca pingue e mai banale, soprattutto nelle sue analisi politiche. Il padre e il nonno sono due dinosauri dell’Spd, e anche lei rispetta la tradizione di famiglia militando nel partito. Se ne colloca alla sinistra, dice, ma non riuscirebbe a votare per la Linke, di cui apprezza alcune posizioni ma del quale non condivide alcune idee, a suo dire troppo utopiche. Studia Scienze Politiche alla Universität Mannheim e ha condotto il suo ultimo studio sul Piraten Partei tedesco. Me ne parla un po’, molto convincente, altrettanto interessanti alcune delle sue teorie. Nel complesso non lo demonizza, ma non crede sia un partito destinato a durare nel tempo: la politica si fa tra le gente, non solo sulla rete, afferma.
Mi sento in dovere di parlarle di Grillo, poi mi lascio prendere dall’entusiasmo e arrivo a parlarle de ‘er Batman’ e di Bossi, forse spaventandola. Parlavo di dimissioni quando Anna se ne esce col caso Guttenberg: indignata, mi dice di essere scesa in piazza per chiedere le dimissioni dell’ex Ministro dela Difefa tedesco. Siamo alle solite: non posso che annuire sperando che un giorno anche in Italia ci si batterà per chiedere le dimissioni di un politico che ha copiato la sua tesi di laurea.

Non faccio in tempo ad intristirmi che ci dirigiamo verso il Bairro: mille birre con Judith che mi parla della sua famiglia e di Sean Penn. Poi cornetto al cioccolato della buona notte e che mi manda definitivamente al tappeto.