1 – Ci ho pensato un po’ ma poi mica ho capito perché qui lavano il pavimento così. Così come? In pratica non è strano che in casa si abbia un tubo, di quelli di plastica che si aggrovigliano — e che diventano appiccicosi, d’estate. Questi vengono utilizzati per spargere acqua su tutta la superficie che si intende lavare. Poi detersivo, si lascia che faccia il suo effetto (credo) e si indirizza tutto verso un bocchetta di scolo. (Forse andrebbe ricordato loro che il Brasile soffre di una crisi da água drammatica e che magari non è il caso di sprecarla. Qui una bella infografica della Folha de S.Paulo aiuta a capire di quali numeri parliamo.)
2 – La lentezza delle cassiere. L’insostenibile lentezza e insofferenza delle cassiere al supermercato. In fila riesci a scrivere un paper, volendo. Finalmente arriva il tuo turno, metti le tue cose sul nastro trasportatore e poi, oltre a un’eventuale tessera fedeltà che ovviamente non hai mai, ti viene chiesto il CPF. Spesso rifiuto, un po’ mi vergogno di fare sapere alla Dilma che la mia spesa è composta di un six pack di Bud, un cesto di banane e un barattolo di Nutella. Tornando seri, fornire il proprio CPF avrebbe senso se si pagassero le tasse qui in Brasile, poiché poi a fine anno ti viene restituita una percentuale sulle spese effettuate, e anche il singolo caffè conta.
3 – Ambulanti col POS (spesso più d’uno, si sa mai). Un abbraccio fortissimo a quelli con i cartelli “sotto i 20 euro accettiamo solo contanti” e a quelli che ti guardano male se chiedi di pagare una funghi e salsiccia con la carta. Non deve essere facile farsi sorpassare da Oscar Freire da Souza che vende accendini e gomme da masticare per le vie di Vila Madelena.
4 – Le ricariche telefoniche si fanno in farmacia, di norma. Se sei fortunato anche in qualche chiosco di giornali lungo la strada.
5 – Osservate attentamente la foto in alto al post. X-Burger, X-Bacon, X-Tudo. Significa che vale tutto? In un certo senso sì. Ma c’è di più in realtà. X-Tudo, per esempio, lo tradurremo con “cheese-tutto”. Pensate alla parola “cheeseburger”: dato che ch in portoghese suona come sh in inglese, la parola “cheese”, quando pronunciata dal brasiliano medio (conoscenza dell’inglese: po-ca) tende a suonare come la lettera X (xis), appunto. Ve l’avevo detto che valeva tutto, no?